Gusto Jiangxi, della provincia di Jiangxi, che sta a nord di Canton a est dello Hunan, e in parole povere vuol dire: zenzero e aglio nun ve temo. Preparatevi. Andateci sempre con l’amato bene, perché dopo limonare sarà solo l’infinito di un verbo che non esiste. Altra specialità della casa sono i fermentati che, detto fra noi, sono ottimi. Verdurine fermentate, in particolare. Non temete la fermentazione, è una tecnica naturale ed è anche di moda fra i gourmet (o foodies, se preferite (io no, però)) e loro di Yuan la sanno fare.
Menù imperiale di sei paginate fitte fitte come ai bei tempi. Un paio di colonne di “piatti unici”, riso più qualcos’altro, che possono togliere dall’imbarazzo della scelta, altrettanti piatti di spaghetti – saltati o in brodo (buono il brodo). Un po’ di specialità in prima pagina e un’altro po’ di classici più avanti. Non mancano le adorate frattaglie (orecchie, tendini, polmoncini) e girano molto fra i tavoli degli scodelloni di roba in zuppa – che devono essere ottimi ma che ancora non ho provato.
Invece le cose che sono riuscito a gustare in tre o quattro visite sono tutte meritevoli di menzione e sono: degli inediti ravioli di funghi e bambù – mai visti altrove; mazzancolle con zenzero, cipollotto e peperone glassati con un ottima slasa agrodolce e appicciosa; il tofu, sia stufato con le verdure che fresco con le uova centanni fermentate (piatto da eroi quest’ultimo, ma che ripaga molto – siate coraggiosi); la pancia di manzo sfilacciata e piccantissima, servita in porzione familiare. A proposito: tutte le porzioni sono generose, perciò andateci con amici che condividano con voi il piacere per questo genere di abbuffate.
Yuan è un posto che affascina per la semplicità – a vedersi non è molto di più di una tavola calda per automobilisti – e arreda con la clientela, quasi sempre copiosa e in gran parte orientale (e giovane). Inoltre il ristorante si trova in pieno centro, letteralmente a quattro passi dal Duomo, ma conserva spirito e prezzi pop e quindi costituisce una risorsa per chi decide di sedersi per un vero pranzo caldo nel centro storico di Milano, ma vorrebbe evitare lo spennamento rituale.
Per concludere il pasto, invece del caffé, ordinate un té al germe di grano – acqua calda in una tazza che contiene una manciatina di chicchi di grano. Sapore difficile da descrivere ma che si riprova sempre volentieri. In natura c’è già tutto, ricordiamocelo – e anche in centro a Milano (ciao nani).